sabato 5 novembre 2016

UN MONDO PERFETTO



UN MONDO PERFETTO

Il bianco è buono, il colore del candore
Il nero è cattivo, è il buio, l’oscurità.

Il bianco sono i cowboys, che sì! Hanno occupato le terre degli indiani… però, cavolo, sono bianchi!
Il nero sono gli indiani, che da che mondo è mondo, sono più cattivi dei cowboys… e poi… cosa cazzo ci facevano in America.

Il bianco è un colore intelligente, si abbina con tutto, e noi tutti abbiamo bisogno di intelligenza.
Il nero… bèh, il nero non può essere troppo intelligente, altrimenti non sarebbe nero.

Il bianco non usa mai la violenza, quasi mai… comunque se la usa è perché è stato provocato dal nero.
Il nero è violento di natura, si vede… si vede dal colore.

Il bianco se si arrabbia diventa rosso, cambiare colore ogni tanto è bello.
Il nero se si arrabbia rimane nero, monotono.

Il bianco profumo di muschio e dopobarba.
Il nero puzza, puzza e basta.

Il bianco può abbronzarsi e diventare nero, per poi ridiventare bianco.
Il nero non diventerà mai bianco… e neanche nero… è già nero.

Il bianco non scappa e se scappa è perché è buono e non vuole picchiare nessuno o forse fa footing.
Il nero scappa… dice di scappare da una guerra ma… boh… sarà vero?

Il bianco è minoritario ma detiene il potere
Il nero è maggioritario e chiede l’elemosina… proprio perché sono troppi!

Il bianco risplende al buio
Il nero si confonde nel buio e quindi diventa pericoloso.

Se al bianco dici “Sporco bianco”, lui si lava e finisce lì.
Se al nero dici “sporco nero”… si incazza e non finisce lì!

Il bianco vende le armi… non è mica colpa sua se poi le compre il nero.
Il nero compra le armi ed è proprio colpa sua se le compra.

Non è poi così difficile avere UN MONDO PERFETTO, basta tracciare una bella linea: a sinistra il bianco e quindi il bene, a destra il nero… il male. Anche viceversa naturalmente, non vorrei offendere nessuno con sinistra e destra.
Nel mondo del bianco non ci saranno più guerre, attentati, violenze. Gli esseri umani si abbracceranno e si ameranno. Nasceranno molti figli che ingrandiranno di molto il bellissimo mondo del bianco.
Al contrario nel mondo del nero si moltiplicheranno atrocità di ogni tipo e come per incanto…. Il nero si autodistruggerà.
Tutto risolto. Con una semplice linea di divisione abbiamo creato il nostro MONDO PERFETTO.

Poi suona la sveglia e come una stronza bolla di sapone, il nostro sogno svanisce.
Il bianco e il nero continuano ad accoppiarsi… con qualche protesta del bianco.
Il mondo rimane grigio e non si accontenta, lentamente si veste anche di arcobaleno.
IL MONDO PERFETTO di prima, quello con la linea di demarcazione ci sembra una stronzata gigantesca e allora continuiamo, nonostante tutto a goderci il nostro MONDO IMPERFETTO.

Buona musica e parole a tutti!

venerdì 8 luglio 2016

ARTICOLO 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali...
Grandi i notri padri della costituzione, talmente illuminati da prevedere un futuro allora inpensabile.

La bandiera italiana campeggia nei vostri profili e nel vostro cuore. Potete dare della "Faccia di scimmia" ad una donna nigeriana, potete perfino uccederle il marito... cosa cazzo centra lui con il vostro orgoglio nazionale.
Voi non siete razzisti ma... se rimanevano a casa loro non accadeva nulla. Sarebbero stati uccisi dalle loro stupide guerre tribale. Cosa vogliamo pretendere da esseri con la faccia di scmmia!
Tutto secondo logica... ma... cavolo, esistono i libri di storia, una storia che ci ricorda che dalla preistoria, intere popolazioni si spostarono per cercare un futuro migliore... tutto questo per millenni e millenni. Quello stronzo di libro di storia ci rammenta che sì, anche gli italiani si sono spostati in massa in cerca di fortuna.
Gli italiani... gli italiani hanno lavorato all'estero, hanno esportato il loro genio... ok, anche la mafia e un po' di delinquenza... nessuno è perfetto!
Poi c'è quella cazzo di costituzione maledetta che ci ricorda che per essere "veramente taliani" dobbiamo rispettare le differenze di sesso, razza e religione...
Possibile che i nostri padri costituenti scampati ad una guerra devastante, non trovassero di meglio che occuparsi di queste inutili stronzate!
Però il dubbio vi assale, vi ricordate che forse non avete mai avuto un libro di storia o magari l'avete relegato in cantina dentro uno scatolone polveroso... e la costituzione... probabilmente non avete mai letto la costituzione italiana... quella collegata al tricolore, alla bandiera che vi fa piangere prima di una partita della nazionale.
Tranquilli, non siete ignoranti e neanche fascisti, men che meno razzisti... solo un po' sbadati!
Con la tristezza nel cuore e con l'articolo 3 nell'anima... buona musica e parole a tutti!

sabato 25 giugno 2016

Il popolo è sovrano

Il popolo è sovrano.
Dopo il crollo del muro di Berlino l'Europa ha accellerato la sua corsa, ha costruio nuovi ponti ed ha abbattuto nuovi muri.
Il futuro è sembrato più vicino, a portata di mano.
Però accade che la paura ci fa rallentare, ci si ferma e si guarda indietro.
Il popolo INGLESE è sovrano.
Il passato è sembrato più sobrio e confortevole. Chiaro, nitido ma anche sfavillante come il vestito verde della regina e un epico colonialismo mai dimenticato.
Il popolo inglese ha incatenato i propri figli... loro sì... continuavano a correre... troppo.
Il popolo inglese ha votato senza capire per cosa, pur di fermarsi e cullarsi sulla nostalgia del passato.
Il popolo "SOVRANO" inglese ha ignorato i propri figli e ha spento il normale corso della storia.
Il popolo adesso si interroga smarrito. Forse abbiamo fatto una stronzata, si dice.
Qualcuno ricorda al popolo sovrano che durante il corso della storia, passata e recente, molte delle più devastanti dittature sono state avallate proprio da un popolo indiscutibilmente sovrano.
Il popolo sarà pure sovrano ma non è detto che sia dalla parte del giusto.
Il popolo è sovrano.
Anche l'IGNORANZA è sovrana e drammaticamente democratica.

Con la delusione nel cuore...
buona musica e parole a tutti!

giovedì 7 aprile 2016

LA GENERAZIONE MANCANTE

Non partono con la valigia di cartone e lo spago come i nostri nonni.
Se ne vanno con la fantasia e un'idea ben precisa.
Partono con la speranza di non partire e con il desiderio poco nascosto di tornare.
Fuggono da una classe politica poco carismatica e troppo ignorante per capire l'elasticità della loro mente.
Partono da una classe dirigente in bilico sui congiuntivi che declama sapientemente: "Non si mangia pane e cultura".
Se ne vanno da un paese dove la sola "bellezza" potrebbe risolvere i problemi economici.
Scappano da governanti che se una volta erano ladri... oggi sono ladri e per giunta ignoranti!
Si arrendono alla CONGIURA CONTRO I GIOVANI (Stefano Laffi, ed. Feltrinelli).
Partono con il fardello delle colpe della nostra generazione, delle responsabilità dei loro padri.

La generazione mancante.
Un buco sempre più evidente con cui dovremo fare i conti.
Per la prima volta dopo molti decenni, i nostri figli avranno più difficoltà dei loro padri.
Allora partono. Se ne vanno, si rendono conto che la bellezza del paesaggio, l'arte millenaria, la genialità degli avi, non sono più compatibili con le loro esistenze ed esigenze.
Fuggono con la rabbia di tornare e di spazzare la nostra generazione mediocre e fallimentare.
Si arrendono a beceri sapientoni che continuano a fissarsi il dito senza guardare la montagna!

La prossima volto che uno della mia generazione dice: "Ai miei tempi io..." oppure: "Ah! I giovani d'oggi!". Posso anche uccidere!

Buone musiche e parole a tutti!

venerdì 25 marzo 2016

IL DITO E LA MONTAGNA

Il dito e la montagna

Il dito è un muro verso il tetto del mondo
la montagna è un ponte che collega le diversità

Il dito è la vendetta a tutti i costi
la montagna non è il perdono… non sempre si riesce a perdonare… è la valutazione critica dei propri e degli altrui errori

Il dito è… per fortuna non ci sono vittime italiane
la montagna è la sacralità di una qualsiasi esistenza

Il dito è la guerra si combatte con la guerra
la montagna è… la guerra che causa la guerra

Il dito è solo un’assurda guerra di religione
la montagna scopre il velo religioso che nasconde l’interesse economico

Il dito è… le fabbriche di armi danno lavoro a tanta gente
la montagna è l’assurdo delle nostre stesse armi puntate contro di noi

Il dito è… dobbiamo riprenderci le nostre abitudine
la montagna è… stanno continuando a morire a causa delle nostre insensate abitudini

Il dito è… i nostri figli non cresceranno come loro
la montagna è… anche i loro figli non vorrebbero essere come i genitori

Il dito è un futuro di pace ma con le frontiere chiuse
la montagna è… continueranno a morire nella melma della nostra ipocrisia

il dito è che loro sono i terroristi e noi le vittime innocenti
la montagna è che quei terroristi sanguinari sono stati partoriti da una madre occidentale

Il dito è… io non sono razzista ma…
la montagna è… se aggiungi il ma… sei RAZZISTA

Il dito è siamo tutti francesi e cittadini del Belgio
La montagna è… siamo tutti complici del terrorismo

il dito è la menzogna
la montagna è la speranza e la verità incancellabile.

Anni fa, in una classe di scuola media un po’ turbolenta… anche per diversità etniche… chiesi ai ragazzi di pensare ad una frase abbinata alla parola “Tolleranza”.
La lezione seguente, un’alunna si alzò in piedi e disse: “Ne ho parlato con mia madre, ha detto che sono “Intollerante” al lattosio”… fu quella volta che capii che la strada da fare sarebbe stata lunga e tortuosa!

Se il dito è troppo vicino al nostro occhio, la montagna, seppur imponente risulterà invisibile alla vista.


Buone musiche e parole a tutti!

venerdì 4 settembre 2015

UN REGALO UTILE

Ufficio Stampa: Un regalo utile, romanzo di Sergio Cardinali

Sulle rive del tempo con in mano una paletta per dolci

Il musicista scrittore ci racconta cento anni di storia
in un’opera che odora di terra e di stagioni


«I luoghi raccontano storie.
Le trovi nel vento, nel cielo puro di aprile, nelle rughe dei vecchi.
Basta fermare il passo, sincronizzare il cuore con la terra e ascoltare.
Ascoltare e raccontare.
La terra è la biblioteca di Dio.»
I suoi lettori lo definiscono “una vera scoperta”. Sergio Cardinali tinge le pagine di quest’opera con tutti i colori del paesaggio che si trasforma al mutare delle stagioni, le fa vivere attraverso gli umori dei personaggi di cui racconta, nel percorso di diverse generazioni che tracciano la vita, le vicende e le passioni di una grande famiglia contadina che muore e che nasce, passando per i costumi della società protagonista di ogni momento storico di cui leggiamo le pagine, viviamo i costumi, sfoggiamo le ricorrenze. A legare i fili incredibilmente avvolti gli uni agli altri di ogni esistenza, nel corso degli anni che andiamo sfogliando insieme all’autore pagina dopo pagina nel prezioso intreccio che ha tessuto con maestria e gentilezza, è un oggetto a prima vista semplice e di poca importanza, che riveste un ruolo ben definito e importante tra le mura che vedono susseguirsi nel tempo i colori e gli amori, dipinti sopra un fondale che rimanda alla tenue tinta del grano, che caratterizzano i protagonisti coinvolti in questa grande storia familiare: un regalo, che passa, ritenuto perlopiù superfluo e riciclato, di casa in casa, e che si rivelerà essere, nell’inaspettato e sorprendente finale, un “regalo utile”, da cui anche il titolo dell’opera. Che questo racconto si tinga un po’ di giallo, nel suo scorrere lungo il torrente del Trabocco?
Si apre con una citazione dai Nativi americani di Capriolo Zoppo, l’opera di Sergio Cardinali, che ricorda: “La terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla terra.” Un riferimento a ciò lo troviamo molto marcato e adeguato, dall’analogia decisamente arguta, nel rapportare l’uomo a una sontuosa pianta di rose che, sfidando le interferenze del tempo, sembrava chiaro non aver bisogno di egli per vivere. La frase che quindi, a inizio romanzo, sembrava non ricoprire alcun significato particolare, che cita “La vita di una rosa non ha bisogno de noaltri”, trova un posto importante nel cuore dei ricordi dei suoi protagonisti quando, anche senza la mano dell’uomo che apporti vita, essa continua a esistere nel tempo, così come le parole dell’anziano capostipite della famiglia al centro di questa storia verranno ricordate senza bisogno alcuno di recuperarle dalla scatola polverosa della memoria.
Ma come nasce l’idea di raccontare la concezione della vita che muta irrimediabilmente in un arco temporale che vede protagonisti i primi anni del Novecento e quelli a seguire il boom dell’industrializzazione, fino ai giorni nostri, illustrando mirabilmente l’impatto del panorama cittadino su quello incontaminato della campagna, fonte di sostentamento e di ricchezza, non soltanto materiale, che ha trasformato modi di pensare e di agire, di rapportarsi alla famiglia e alle tradizioni? L’autore soddisfa questa prima curiosità: «In tutti i miei romanzi la natura e molto spesso anche le cose sopravvivono agli esseri viventi, e anzi scandiscono la vita dell’uomo, lo vedono soccombere sottolineando la sua umana vulnerabilità. Anche gli oggetti più apparentemente inutili vedono perire chi li ha generati, e riescono candidamente a scavalcare la linea del tempo e dello spazio. Le cose e la natura hanno un’anima nelle mie storie, e molto spesso diventano metafora o addirittura esempio per gli umani. UN REGALO UTILE è un dono, uno stupido oggetto che passando di mano in mano legherà i fili della narrazione per quasi un secolo. Il tempo è quindi un altro protagonista della storia. Gli anni che passano mutano gli esseri umani, le loro abitudini e i loro pensieri, ma anche la funzione delle cose e della natura. Quel fazzoletto di terra che prima era lavoro, sudore e sostentamento per le famiglie contadine, nella seconda metà del Novecento si trasforma in luogo ameno e pittoresco, adatto alle gite domenicali e ideale per le uscite scolastiche. I bambini riscoprono tradizioni sopite e vicende del passato; i loro giochi e le loro voci scomposte si sovrappongono alla fatica quotidiana e alle passioni dei loro nonni.»
«Perché le storie di paese sono fatte per essere raccontate,
non per essere credute.»
“Un secolo di storia di una famiglia contadina marchigiana. La guerra, le passioni, l’amore per la terra ma anche la fuga dalle campagne. Un regalo utile, un dono che viaggerà di mano in mano per tutto il racconto, scandendo il ritmo della storia. Un regalo continuamente riciclato che sopravvivrà agli uomini, diventando testimone di vita e custode silenzioso di un terribile segreto tramandato di padre in figlio.” Ecco cosa recita la sinossi ufficiale dell’opera che è stata riconosciuta e premiata con il 2° posto al concorso letterario internazionale PRIAMAR di Savona, al premio letterario Il Litorale di Massa e al premio letterario internazionale Marchesato di Ceva (Cuneo) e al 1° posto al IV premio letterario internazionale “Città di Pontremoli” e al IX premio internazionale di poesia e letteratura “Città di Recco”.
Ma conosciamolo meglio, l’autore di “Un regalo utile”. Sergio Cardinali è nato a Jesi (AN), dove attualmente vive. Musicista, insegnante di scuola secondaria di primo grado e direttore artistico della scuola musicale “G. B. Pergolesi”, ha pubblicato La Fabbrica dei mondi, commedia musicale per bambini, La Fabbrica dei suoni, testo di educazione musicale per le scuole superiori; ha inoltre scritto tre testi teatrali: L’Orchestra… aspettando il terzo segnale, Lettera a Pergolesi, e Rosso coraggio. Ha pubblicato i romanzi: Fiori primaverili, Le ragazze entrano gratis, Non aveva la faccia, Il bambino che seppelliva chitarre (premio della giuria concorso letterario Città di Pontremoli, segnalazione di merito premio internazionale Cinque terre – Golfo dei poeti, 3° classificato concorso di creatività letteraria Opera uno, finalista Premio letterario Giovane Holden di Lucca, finalista premio letterario internazionale città di Recco, premio della giuria concorso nazionale Città di parole di Firenze). Un regalo utile è il suo quinto romanzo. Ultimo uscito per Edizioni Creativa è invece Alice, il castello noioso, il suo primo romanzo per bambini, un progetto seriale. L’intenzione dell’autore è quella di continuare con nuove avventure della protagonista, Alice.
Tornando nel dettaglio dell’opera, ecco cosa si comprende durante la lettura: la storia pare districarsi e distendersi lungo le preziose rive del tempo, si fa forte di una consapevolezza radicata, come un albero alla sua terra, del vissuto dei personaggi, delle storie che questi tramandano, del legame indissolubile tra loro che sembra essere tenuto saldo da una paletta per dolci che sosta nelle case in cui l’autore tira le tende alle finestre per lasciarci osservare. Come riesce, Cardinali, con tanta facilità, a trasmettere questa ricchezza dei personaggi, che si legge bene nella naturalezza del loro vivere, nell’essenza delle loro emozioni, nell’esprimersi attraverso i rigori del tempo e delle trasformazioni che lo percorrono? Trae ispirazione da qualcosa in particolare o, semplicemente, si tratta di un percorso autorale ricco di influenze sui temi trattati? «Prima di scrivere un autore deve osservare – risponde – rubare e emozionarsi per le piccole cose o personaggi che lo circondano. La terra che racconto è la campagna marchigiana ma potrebbe essere uno scorcio situato in qualsiasi parte d’Italia. I personaggi sono completamente creati dalla mia fantasia ma indossano i sentimenti, i pensieri e i sogni di tante persone che conosco o che ho conosciuto. Lo scrittore non riuscirà mai ad annullare la sua esperienza e, senza rendersene conto, inserirà nel testo i colori e le passioni della sua stessa vita. Nel romanzo la scenografia è rappresentata dal “Trabocco”, con il suo torrente fonte di vita e il vecchio mulino abbandonato che evoca storie di altri tempi. Il Trabocco è uno splendido palcoscenico naturale che posso scorgere dalla finestra della scuola dove lavoro. Un luogo simbolo di vita per gli abitanti della zona. La storia era già lì, nelle macerie del mulino, nel suono del torrente, nella varietà di quella natura. È bastato prenderla, elaborarla, arricchirla di fantasia e servirla al lettore.»
L’opera di Sergio Cardinali mira a coinvolgere il lettore portandolo a sentirsi spettatore invisibile di ciò che accade all’interno di quelle mura domestiche nell’arco delle stagioni con un impreziosito sguardo sul territorio intorno e la società di contorno. Ma come prende vita l’idea di una struttura narrativa in cui ogni elemento inserito volge lo sguardo al passato e fa da tramite al lettore per una visuale completa di tutta la storia, anche quella che si lascia intravedere senza essere narrata nei minimi particolari? La domanda che pongo all’autore, ora è indirizzata a scavare sul come abbia sentito nascere il ritmo della narrazione e come sia stata organizzata, di conseguenza, la stesura dell’opera: «Un romanzo può nascere da un particolare: una frase, un’immagine, un suono, un colore. In questo caso è arrivato prima il titolo e la curiosa idea dell’oggetto (il regalo utile) che in pratica racconta la storia. Le parole di una persona di mia conoscenza in un tranquillo pranzo natalizio e la sua bizzarra decisione di riciclare un regalo ricevuto, hanno partorito il filo del romanzo. La storia si è poi plasmata dopo la visione di una collezione di dipinti di tematica rurale, di un mio carissimo amico, Andrea Carducci, pittore e illustratore dei miei due ultimi romanzi. Lo splendido paesaggio della mia terra ha fatto il resto.»
Come, il miraggio della realtà cittadina, sinonimo di agiatezza, comodità e stimolo, minaccia il solido legame dell’uomo, fino a quel momento contadino, con la sua terra e le tradizioni che lo legano a questa? Sembra che Cardinali, attraverso la scrittura di quest’opera, abbia voluto portare alla luce questo concetto, pertanto gli chiedo di chiarire al pubblico a quali elementi abbia ritenuto opportuno dare maggior rilevanza durante la stesura. Quali, dal suo punto di vista, arriveranno così in profondità nel lettore da affascinarlo e renderlo partecipe di ciò che ha creduto fosse importante trasmettere? «La mia non vuole essere una condanna della modernità, ma solo una constatazione delle differenze storiche. Il tempo, unico arbitro incorruttibile della nostra storia umana, ha spazzato una vita semplice e dura nello stesso tempo, per consegnarci il futuro vestito da elettrodomestici, fabbriche e strade asfaltate. Sono i protagonisti del romanzo, in maniera diversa, a sottolineare il cambiamento epocale. Ognuno secondo la propria personalità e le proprie aspettative di vita. Lo scrittore prende appunti e registra gli umori dei suoi personaggi. Non voglio lasciare messaggi ai lettori, ma solo sottolineare l’inadeguatezza degli umani che negli ultimi 50/60 anni non hanno mutato i loro sentimenti e le loro sacrosante passioni; hanno solo cercato di raggiungere un mondo troppo veloce e caotico per la loro esile energia terrena.»
È possibile mettersi in contatto con l’autore tramite le sue pagine personali e il sito web, come indicato appena sotto; sarà felice di dare maggiori indicazioni sull’opera a chiunque ne faccia richiesta.

Un regalo utile

È già disponibile ed è possibile acquistarne una copia a questo link.
Ufficio Stampa Roberta Volpi
www.robertavolpieditor.it www.just-write.it
pubblicare-un-libro-con-just-write

giovedì 23 luglio 2015

Recensioni da Londra


Una vera scoperta, 24 maggio 2015
Di Music Always (London, UK)
Questa recensione è su: Il bambino che seppelliva chitarre (Copertina flessibile)
Un libro bellissimo. Sergio Cardinali è indubbiamente uno scrittore di cui sentiremo parlare molto; e bene.
La storia è originale, mai banale. Ti spinge a pensare, ma non riesci a capire se immedesimarti con il personaggio principale oppure no: un personaggio controverso che valica il confine tra bene e male più volte e ti fa riflettere.
Non sono riuscito a smettere di leggere questo libro che ti prende come un giallo ma sa colpirti nei sentimenti veri. E' assolutamente un libro bellissimo.


La sorpresa continua, 24 maggio 2015
Di Music Always (London, UK)

Questa recensione è su: Un regalo utile (Copertina flessibile)
Ho letto il precedente "Il bambino che seppelliva chitarre" di Sergio Cardinali e sono rimasto molto colpito dalla storia e della qualità di scrittura: uno scrittore di grandissima qualità la cui scrittura non conoscevo ancora. Allora ho comprato anche "Un regalo utile"; e questo libro è ancora meglio.
Narra la storia di una famiglia nelle generazioni, i cambi sociali e personali, il tutto intrecciato da un 'regalo utile' che si tramanda da generazioni quasi per caso e che invece risulta avere un significato enorme che si scopre solo alla fine del libro, con una suspence quasi da film giallo. Un libro veramente bello.
Non vedo l'ora di leggere il prossimo libro di Cardinali, ovviamente uno scrittore da tenere d'occhio molto attentamente.